PRIMO MARELLA GALLERY

Tensioni

31 Maggio - 16 settembre 2016

Tensioni

Paolo Cotani - Tensioni

a cura di Alberto Fiz

 

Martedì 31 maggio (ore 18) Primo Marella Gallery inaugura Tensioni, la prima personale dedicata a Paolo Cotani (1940-2011) nella sua sede di Milano.

Tra i più significativi protagonisti della scena contemporanea, la mostra dell'artista romano si concentra sulla produzione dell'ultimo periodo con opere realizzate dal 1993 al 2010 proponendo un'indagine esaustiva sui cicli emblematici delle Tensioni, Torsioni e Bilancieri. Non manca, tuttavia, un confronto con le storiche Bende degli anni settanta e un dipinto particolarmente significativo della serie Fili battuti del 2009 di oltre due metri.

Come afferma Alberto Fiz, curatore dell'esposizione, “Le opere recenti non vanno lette solo come la sintesi di un'indagine quarantennale, ma costituiscono un nuovo approdo di carattere linguistico dove Cotani coinvolge e possiede lo spazio fisico dilatando ed espandendo l'idea stessa del quadro”.

La nuova fase della sua ricerca prende le mosse nel 1993 quando vengono realizzate le prime Tensioni (la mostra lo documenta attraverso una Tensione con cinghie e acciaio proprio di quell'anno) dove le fasce di fattura industriale non vengono più poste intorno al telaio, bensì tese lungo la superficie sostenute da barre in acciaio accentuando l'attenzione sul materiale. Questo ciclo, che troverà una sua continuità nel decennio successivo, prende avvio dalle Bende, forse la più nota ricerca di Cotani, che alla metà degli anni settanta amplia la propria analisi sul mezzo pittorico attraverso un procedimento di carattere oggettuale dove la benda costruisce la tela e con essa l'opera stessa superando la distinzione tra supporto e superficie. “Il supporto è il campione virtuale dello spazio su cui si compie il processo di avvolgimento delle bande elastiche”, scrive Cotani nel 1974. “L'azione dell'avvolgere con gesto il più possibile corrispondente all'azione concreta (reale e utilitaria) produce il costruirsi della superficie che si completa parallelamente al sovrapporsi delle bande. E' come l'orditura di una tela che si definisce con la sutura di ogni vuoto.”

Sono opere dove il progetto coincide con la propria realizzazione in linea con l'indagine condotta nell'ambito della Pittura Analitica, un'esperienza dove l'artista romano ha avuto un ruolo di primo piano nonostante la vivace dialettica all'interno del movimento.

Il ciclo delle Bende, dunque, trova un ulteriore sviluppo nelle Tensioni: il materiale assume una propria autonoma valenza estetica svincolandosi dal quadro per diventare il soggetto di una rinnovata costruzione spaziale non priva di un ambiguo rapporto col minimalismo. Accanto alle Tensioni, nascono le Torsioni e i Bilancieri in un contesto dove la modulazione delle forme porta alla creazione di nuove immagini. Cotani non rinuncia, infatti, alla sua indagine sulla pittura e nelle Torsioni l'artista crea uno spazio longitudinale su una base acrilica nel quale scorrono le corde in una relazione tra pieni e vuoti, tra luoghi materici con un differente paradigma. Ancora più radicali i Bilancieri. In questo casola struttura non viene più nascosta, ma diventa la parte esibita di un processo compositivo dove le cinghie, sostenute da supporti d'acciaio, scendono sulla parete in un equilibrio instabile non privo di una sottile ironia.

Nelle opere di carattere installativo Cotani porta a compimento un processo coerente, iniziato nel 1972 con il ciclo Passaggi, caratterizzato da una continua messa in discussione degli strumenti conoscitivi in una tensione mentale ancora prima che strutturale.

“Il problema non è quello del telaio, del colore, o del processo, ma della posizione dialettica dell'operazione artistica oggi rispetto alla conoscenza”, affermava Cotani in un'intervista pubblicata nel 1976 su Flash Art che sembra presagire gli esiti del Terzo Millennio.

 

 

 

 

La mostra è accompagnata da un catalogo che, accanto alle riflessione di Paolo Cotani e a un saggio di Alberto Fiz, comprende un'ampia selezione di opere dal 1975 al 2010.