Siamo felici di presentare un Focus su Kenji Sugiyama (1962, Nagoya, Japan), il cui lavoro è frutto di una lunga ricerca, cominciata nel 1995.
Grazie alle sue opere, che ricostruiscono la percezione visiva quasi fossero matrioske russe, restringe gradualmente il campo contemplativo dello spettatore per arrivare a una meta-visione che riporti alla memoria dello spettatore il suo passato e la sua esperienza personale.
Attraverso la decostruzione del linguaggio visivo e dei termini dell'artista possiamo comprendere il pensiero di Sugiyama:
Institute - richiama un'istituzione, un'entità creata per determinati scopi, un insieme di regole coordinate per raggiungere un obiettivo.
Museum - I musei sono istituzioni pubbliche, luoghi dell'arte, spazi riconosciuti e riconoscibili della memoria collettiva, ma chiamandoli Intimo suscitano soggettività e unicità individuali, evocando la memoria esperienziale.
Library - Le biblioteche sono luoghi pubblici destinati a contenere libri e altri materiali per la lettura, la visualizzazione, l'ascolto e la contemplazione. È una raccolta di materiali sia per lo studio intimo che per il divertimento.
Mirror - Lo specchio è una parte sostanziale delle opere di Sugiyama, filtro per la visione e l'illusione attraverso cui ogni immagine e opera è forzata.
Le opere Inside and Outside, mettono in scena percorsi circolari, da oggetto di osservazione portano a osservare e ancora ad essere oggetto di un'osservazione più intima e personale, all'interno dell'opera d'arte stessa. Attraverso questi percorsi circolari, il visitatore è chiamato a ricreare i propri Musei, ricordando ciò che è stato precedentemente visitato, ciò che è stato vissuto e vissuto, ricostruendone la memoria.