JUMALDI ALFI
Never ending Lesson
Jumaldi Alfi (Indonesia, 1973) è uno dei più influenti artisti dell’arte contemporanea indonesiana. Pittore e scultore, Alfi si è imposto a livello internazionale alla fine degli anni Novanta come uno dei fondatori del famoso Jandela Art Group insieme ad altri artisti di fama internazionale quali Handiwirnam Saputra, Rudi Mantofani, Yunizar e Yusra Martunus.
Il collettivo si è focalizzato sulla ricerca estetica dei materiali in un contesto più formalista e personale che ha introdotto nuove dinamiche e nuovi modi di interpretare l’arte contemporanea in Indonesia.
Jumaldi Alfi è particolarmente conosciuto per la sua iconografia che si esprime attraverso segni visivi che riflettono l’esperienza esistenziale e spirituale a livello collettivo ed individuale. Nell’elaborare il proprio codice di immagini, l’artista sceglie di utilizzare una vasta gamma di riferimenti culturali: dagli oggetti del mondo naturale, ai dipinti rinascimentali sino alle sue memorie autobiografiche. Il risultato è un lavoro che risulta essere al tempo stesso intimo e misterioso.
Alfi ripercorre, attraverso le sue opere, le origini storico-artistiche dell’arte moderna e contemporanea del suo Paese. Nei lavori della serie Melting Memories, l’artista si basa sullo stile pittorico “Mooi Indie”, conosciuto anche come “Indonesia Molek”, reso celebre durante la colonizzazione olandese e caratterizzato da una pittura quasi bucolica di quelli che all’epoca erano i paesaggi dell’India Olandese.
Le opere della Blackboard Series riflettono, invece, il fascino esercitato da artisti quali Anselm Kiefer, Gerard Richter, Douglas Huebler, Joseph Beuys ed Ed Ruscha. Queste lavagne, nelle quali anche le cornici e il nastro adesivo sono dipinti, rappresentano un paradosso ed intendono sollecitare la coscienza dello spettatore.
“Experience is the best teacher” è il motto dell’artista, che sceglie proprio alcuni strumenti tipici dell’insegnamento scolastico, quali le lavagne, in questo caso dipinte sulla tela, come superficie per dispiegare la sua ricerca artistica. Sulle tele, Alfi impartisce con ironia la propria lezione tramite parole scritte. Parole prese in prestito dagli artisti sopracitati, ma non solo. L’artista usa sapientemente l’espediente della citazione, creando associazioni linguistiche che egli ricollega all’esperienza soggettiva. I cambiamenti e le rotture nel significato originale dei riferimenti scelti da Alfi vengono attuati anche attraverso la cancellazione di alcune parole che lasciano sulla lavagna degli aloni di gesso bianco.
Apparentemente semplici, le opere di Alfi sono il risultato di molteplici strati di vernice e di grande abilità tecnica, capace di veicolare, attraverso la scelta di significanti universalmente riconoscibili, significati talvolta criptici, talvolta espliciti, mai banali e sempre in funambolico equilibrio su quella sottile linea del tempo che unisce e divide la rievocazione del passato e l’appropriazione del presente.
“Ripercorrere le questioni circa la storia e le mie memorie e confrontarli con il presente è sempre un tema di grande interesse per me. Questo è spesso alla base della creazione delle mie opere. Come artista grazie al dinamismo dell’arte contemporanea indonesiana nello specifico, ho sempre accolto favorevolmente il cambiamento nell’arte. Prendere posizioni e ripensare a ciò che è successo, sta succedendo o potrebbe succedere nel mondo dell’arte è un esercizio estremamente entusiasmante. Sono interessato a capire come queste esperienze e studi d’idee condizionano l’arte. Il mondo dell’arte mi ha sempre influenzato intellettualmente. Ne sono un esempio le opere della serie Melting Memories / Rereading Landscape. Esse rappresentano un mio tentativo di rispondere alla situazione di cui ho parlato in precedenza. All’inizio della storia dell’arte moderna in Indonesia, il genere Mooi Indie (o Beautiful Indonesia) ed artisti come Wakidi, Maspirngadie, Abdullah Soeryosubroto, che possano piacere o meno, hanno influenzato lo sviluppo dell’arte contemporanea.”