Troy Makaza Zimbabwe, 1994

Nato nel 1994 ad Harare, in Zimbabwe, dove vive e lavora, le opere surreali di Troy Makaza, realizzate con intrecci di silicone dipinto, abitano lo spazio tra pittura e scultura, creando una struttura filiforme. Le sue creazioni mantengono diverse narrazioni, che spaziano da temi di natura socio-politica a storie e visioni più personali, determinate dalle esperienze dell'artista.
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"Il mezzo è intimamente connesso al mio lavoro su diversi livelli. Innanzitutto, combina un mezzo artistico tradizionale con uno nuovo. Questo è un aspetto che sono molto consapevole di fare come artista contemporaneo dello Zimbabwe: creare un ponte tra la tradizione e la pratica contemporanea. In secondo luogo, questo mezzo mi permette di muovermi tra la scultura e la pittura e di rompere le categorie stabilite da persone che non sono noi, quindi in un certo senso è come se affermassi il mio diritto di artista di determinare come sono visto e di non permettere a me stesso o ai miei contenuti di essere categorizzati. Il mio soggetto è altrettanto fluido e si muove tra astrazione e figurazione perché nessuna delle due categorie è di fatto pura e la formalità di queste definizioni non ha senso per me".
                                                                                                                  - Troy Makaza

Le opere surreali di Troy Makaza, intrecciate a partire da fili di silicone dipinto, abitano uno spazio ambiguo, a metà tra pittura e scultura. Reti filiformi, simili a ragnatele di capelli, punteggiate da fasce e trecce di silicone dai colori vivaci, fanno parte di una più ampia indagine dell’artista sulle relazioni fluide e in continuo mutamento tra i sessi nello Zimbabwe contemporaneo. I filamenti attorcigliati e legati tra loro costruiscono potenti metafore di spazi sociali e intimi, in cui i ruoli tradizionali non sono più garantiti e gli atteggiamenti liberali non trovano sempre posto.

Se le narrazioni personali che Makaza sviluppa nelle sue opere sono ideologicamente intense e fortemente focalizzate, il suo approccio rimane, come sempre, giocoso e fluido, lasciando al pubblico uno spazio libero per relazionarsi ai lavori in modi non prescritti. L’artista attinge in modo ampio ma sottile alla cultura visiva popolare, al simbolismo tradizionale e alla storia dell’arte come fonti delle sue colorate agglomerazioni, nelle quali colori e forme diventano i veri protagonisti dell'opera.

Makaza è attivo a livello internazionale da diversi anni. È stato allievo di artisti anziani come Wycliffe Mundopa, Moffat Takadiwa e Gresham Tapiwa Nyaude. Pur essendosi formato, come la maggior parte dei suoi coetanei, presso lo studio di Visual Art della National Gallery, nella scultura di oggetti trovati e nei rudimenti della pittura, ha optato per l'invenzione di un mezzo proprio, che parlasse più da vicino alla sua cultura di giovane harariano del XXI secolo, tanto in sintonia con i successi hip hop internazionali quanto con la tradizione zimbabwese. Attraverso la sperimentazione, Makaza ha ottenuto un silicone infuso con inchiostro e vernice, che è in grado di modellare, dipingere, tessere e scolpire.