Biografia

AMANI BODO PRENDE SPUNTO DALLA VITA POPOLARE DELLA SUA TERRA NATALE. L'ARTISTA SI DISCOSTA DALLA RAPPRESENTAZIONE IN STILE FUMETTISTICO A FAVORE DI UNA PITTURA METAFORICA E ALLEGORICA, RICCA DI SIMBOLISMI. IL LINGUAGGIO ARTISTICO DI AMANI BODO È DECISAMENTE PIÙ INNOVATIVO ED EVOLUTO RISPETTO A QUELLO DEI SUOI MAESTRI, ESSENDO CARATTERIZZATO DA UNA PIÙ PROFONDA ANALISI PSICO-INTELLETTUALE E DA UNA TECNICA PECULIARE, ANCORA PIÙ COMPLESSA E DETTAGLIATA, CHIAMATA IN LINGALA “MWANGISA”, UNA SORTA DI “DRIPPING” SULLA TELA.

L'artista Amani Bodo, figlio del noto artista Pierre Bodo, ha iniziato a dipingere all'età di 10 anni. Nel 2020 la Galleria Primo Marella ha presentato la mostra “Africa Universe.Chapter 3, The art of storytellers. La continuazione della tradizione: da Cheri Cherin (1955, Repubblica Democratica del Congo) ad Amani Bodo”, terza parte di una collettiva interamente dedicata all'arte africana contemporanea. Questo capitolo è stato incentrato sugli artisti che sono stati associati alla Scuola di pittura popolare di Kinshasa.
Questo movimento artistico, inizialmente praticato su sacchi attaccati alla tela e riprodotti per strada, è nato negli anni Settanta del XX secolo nella capitale della Repubblica Democratica del Congo. Il movimento è stato descritto dagli artisti fondatori come qualcosa che viene dal popolo ed è per il popolo, esprimendo così il loro interesse per l'immaginario derivante dalla vita quotidiana e dalla cultura popolare.

 

La natura della Pittura Popolare, principalmente figurativa e descrittiva, è viscerale e complessa in quanto critica, spesso con una vena di cinismo e ironia, la vita sociale e politica della comunità africana. Amani Bodo prende spunto dalla vita popolare della sua terra d'origine. Tuttavia, a differenza di Cheri Cherin, Amani Bodo si discosta dalla rappresentazione in stile fumettistico a favore di una pittura metaforica e allegorica, ricca di simbolismi.

 

Il linguaggio artistico di Amani Bodo è decisamente più innovativo ed evoluto rispetto a quello dei suoi maestri, essendo caratterizzato da una più profonda analisi psico-intellettuale e da una tecnica peculiare, ancora più complessa e dettagliata, chiamata in lingala “Mwangisa”, una sorta di “dripping” sulla tela. Lavorando su uno schema con misure prestabilite, il suo approccio alla pittura è quasi scientifico perché Amani Bodo non usa parole per spiegare la storia, come in un fumetto. Al contrario, l'artista crea immagini enigmatiche, spesso surreali, che devono essere lette e risolte direttamente dall'osservatore.

 

 

Mostre
Opere
Novità
Art Fairs
Editoria